1| La figura dell’uomo politico ha perso da tempo ogni onorabilità.
Noi sosteniamo che chi si propone per una carica elettiva non può farlo ai fini di reddito.
Ma per altruismo, per fede nell’utilità delle proprie idee. Non deve perderci, ma neanche guadagnarci. Ed il suo bilancio economico personale va sorvegliato.
2| È poi necessario restituire dignità alla figura dell’impiegato pubblico, dal vigile urbano all’anagrafico, sì che il cittadino lo riconosca, come una volta, come suo amico e difensore, anziché come oscuro vessatore.
3| Punti programmatici:
– Stipendi delle cariche elettive (tutte). Limitati al rimborso del reddito perso rispetto agli anni precedenti. Gli emolumenti di legge da considerarsi come limite massimo di tali rimborsi.
– Redditi e conti correnti di giunta e consiglio: disponibili in ogni istante su internet (come già a Firenze).
– Restituzione al funzionario pubblico della discrezionalità, e perciò della responsabilità, dei suoi atti.
– Permettere agli impiegati la possibilità di valutare e descrivere l’operato dei propri dirigenti agli amministratori di più alto livello. Perché non esistono cattivi equipaggi. Solo cattivi comandanti.
– Rimozione dei proventi delle contravvenzioni dal budget annuale, bensì introdotti solo a bilancio consuntivo, al fine di riduzione delle imposte, o per le future infrastrutture. Comunque, come insegnò Beccaria, distolte dal godimento dell’ente che le eleva.