Il terrorista della porta accanto

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1/ Chiudiamo le frontiere dell’ Europa prima che sia troppo tardi .
Nel mondo esiste oramai una guerra, Nizza, Ankara, Berlino… sono solo le ultime tragedie. Non bisogna fare allarmismi, ma essere realisti ed alzare la guardia.
Ormai è da molto tempo che i politici occidentali sottovalutano questo grave problema. Oramai più di decine di migliaia di stranieri organizzati stanno portando avanti una loro guerra in Europa, da parte dell’ISIS e dei gruppi affiliati.

2/ La Libia potrebbe diventare una sorta di “porta d’oro” per i militanti dell’ISIS, spinti dal crollo delle loro posizioni in Siria a ritornare in Europa e attuare attacchi terroristici, anche solo per creare sgomento e paura, per arrivare ad una supremazia sociale e politica e per destabilizzare l’occidente.

3/ Le forze dell’ordine tedesche già da tempo segnalavano che migliaia di ex militanti ISIS stanno ora ritornando a casa, creando un rischio per la sicurezza, non solo in Germania, in Belgio, in Francia, ma anche in Gran Bretagna, Italia, Danimarca, Polonia e altri paesi dell’Unione Europea. Questo riguarda i fattori che stanno portando alla radicalizzazione di questi terroristi nelle nostre città. Recentemente il desiderio dei migranti e dei rifugiati di raggiungere l’Europa è diventato una fonte di profitti illimitati per quelli che hanno provocato questo esodo e cioè per l’ISIS e per le altre organizzazioni jihadiste .

4/ Si calcola che solo nel 2015, l’ISIS abbia ricevuto più di 88 milioni di euro dopo aver imposto e improvvisato una “tassa” sul trasporto dei migranti in Libia. Inoltre, secondo studi recenti, il traffico di immigrati ha sorpassato “ogni altra fonte di guadagno da attività illegali cioè quelle tipiche del dopo Gheddafi”: traffico di droga (13-18 milioni di euro), traffico d’armi (13-27 milioni di euro) e il commercio di farmaci (9 milioni di euro).

5/ In queste condizioni, dovrebbe essere un elemento fondamentale, cardine delle politiche europee e americane di Trump, non la politica fallimentare di Obama e del primo corso politico di Renzi, ma una lotta dura all’ISIS, ad Al-Qaeda e agli altri gruppi islamisti radicali che stanno operando in Siria, Iraq e Libia. E maggiori controlli ed espulsioni nei nostri paesi. Ma purtroppo non è ancora così.

G.O.L – Movimento Civico Giustizia Onore Libertà

Chi ha dato la fiducia a questo governo?

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1/ Il governo durerà fino a quando avrà la fiducia del Parlamento, ma qui non si tratta di fiducia o meno. Il popolo ha deciso con il referendum, sfiduciando questo governo e questa classe politica.

2/ La destra ha i voti, l’ha confermato. Servono proposte e persone credibili.

3/ Il problema della Destra non è tanto quello di fare opposizione, che troppo spesso si traduce solamente in sterili oltranzismi, occorrono piuttosto nuove idee, nuovi progetti politici che si distacchino nettamente dalla Sinistra di Renzi.
In realtà Renzi è solo un prestanome dei poteri forti, un trasformista che non ha per nulla cambiato il volto della Sinistra. Come spiegare, infatti, la guerra feroce che si sta tenendo sia ai vertici sia alla base da parte di una porzione considerevole della vecchia Sinistra?

4/ Noi di G.O.L – Giustizia Onore Libertà continueremo la nostra opposizione, promuovendo, con le nostre risorse e forze, i valori di una destra liberale, in netta contrapposizione ad una Sinistra profondamente cambiata: molto più subdola, insinuante, che non esita a prevaricare le altre voci politiche per raggiungere i propri interessi. Non abbiamo più a che fare con quella Sinistra pulita, con i valori del proletariato della contrapposizione costruttiva alla Berlinguer e Moro.

5/ Questa continua mancanza di proposte sociali da parte dei politici all’opposizione ha generato enormi spazi di consenso da conquistare con la serietà dei progetti, guadagnandosi la fiducia dei cittadini.

6/ E c’è tanto da cambiare e da fare, se si vuole avere ancora qualcosa da dire, sarebbe ora che lo facesse anche la Destra, ma con l’autorevolezza che la contraddistingue, con veri Uomini e Donne che si impegnano veramente per il bene del Paese.Unisciti a noi con le tue idee coi tuoi progetti. Il tuo desiderio di cambiamento è la nostra forza.
Noi di G.O.L – Giustizia Onore Libertà CI SIAMO!

Sergio Celloni

Movimento civico G.O.L – Giustizia Onore Libertà

Imprese del territorio e appalti

DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO (10)

IL NOSTRO MEGAFONO – ATTO XIII

IMPRESE DEL TERRITORIO E APPALTI

1/ Il nostro sistema economico ha risentito a livello locale in tutti i settori, quello dell’edilizia tra i molti, di politiche statali dissennate che non rendono merito e giustizia alle eccellenze delle nostre imprese, penalizzando fortemente il mondo del lavoro e dell’occupazione.

2/ Per quel che riguarda il mercato degli appalti pubblici, bisogna ripartire con una politica attenta che non cerchi il massimo ribasso, bensì una risposta qualitativa sia nel pubblico che nel privato: la piccola e media impresa che punta alla qualità in questo modo si vedrà nuovamente coinvolta.

3/ L’housing sociale per la casa rappresenta una realtà importante, ma il nostro sistema sociale così concepito non è in grado ancor oggi di recepire proposte così innovative, perché richiedono politiche sociali molto più rispettose del bene comune.

Semplificazione burocratica e pressione fiscale

DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO (9)

IL NOSTRO MEGAFONO – ATTO XII
SEMPLIFICAZIONE BUROCRATICA E PRESSIONE FISCALE

1/ Conosciamo sulla nostra pelle la problematica. Il concentramento deve essere funzionale all’eliminazione del superfluo, non alla costituzione di un ufficio unico lento e macchinoso.

2/ L’eliminazione dei tempi morti è una assoluta priorità per chi fa impresa, dunque lo deve essere anche per chi fornisce un servizio a chi lavora e produce.

3/ Inoltre, è inammissibile che l’imprenditore abbia un socio di maggioranza che si chiama fisco. La pressione fiscale italiana sul lavoro è una tra le più alte al mondo: questo ha portato ad evasioni, disinnamoramenti, a situazioni devastanti e grossi problemi per l’impresa.

4/ Tanti imprenditori non sono più stati in grado nei nostri territori di far fronte agli impegni nei confronti dei fornitori, nei confronti di un lavoro sempre più esasperato, dove la semplificazione che viene proposta nei programmi delle amministrazioni, finisce per sostanziarsi in un’ulteriore e maggiore complicazione. Questo comporta che molti imprenditori decidono di chiudere le loro aziende, perché si trovano nella condizione di non poter più lavorare.

5/ La Stato non deve fungere da peso, ma da sostegno.

6/ Dunque, sul tema specifico dell’evasione fiscale, bisogna ricordare che lo Stato e le Amministrazioni pubbliche hanno dei doveri verso i cittadini: di non fare solo la parte dei burocrati e di proporre bilanci (Statali o locali) che possano essere finanziati da un fisco sostenibile dai cittadini.

Infrastrutture per i trasporti

DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO (8)

IL NOSTRO MEGAFONO – ATTO XI
INFRASTRUTTURE PER I TRASPORTI

1/ Auspichiamo che il risparmio rispetto al passante Nord permetta di convogliare i fondi verso quei nodi irrisolti da decenni della viabilità alternativa, quali:

  • la trasversale di pianura ed i suoi collegamenti con la città a Nord-Est,
  • il nodo di San Ruffillo – Rastignano a Sud,
  • la nuova Porrettana
  • il nodo di Casalecchio a Sud-Ovest.

2/ Il sogno poi sarebbe il collegamento tra Rastignano e Borgo Nuovo di Pontecchio Marconi, in gran parte sotterraneo, per unire i due assi a Sud rappresentati dalla Strada della Futa e dalla Statale Porrettana, favorendo così l’importante collegamento anche con l’autostrada A1. Bisognerebbe cominciare a rifletterci, perché in linea d’aria la distanza è di soli 5 Km.

3/ La nostra proposta principale per il Centro Storico è il decentramento amministrativo nel polo di piazza Liber Paradisus, per restituire il centro storico alle sue naturali funzioni turistico-culturali e commerciali, per snellire l’accessibilità agli Uffici amministrativi, per riqualificare un’area periferica.

Promozione turistica: il “made in Bologna”

DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO (7)

IL NOSTRO MEGAFONO – ATTO X
PROMOZIONE TURISTICA E DIFESA DEL TERRITORIO

1/ L’obiettivo è quello di presentare l’offerta come un’eccellenza di settore, come fa la Silicon Valley con la tecnologia.

2/ Utilizzare le sinergie derivanti dall’area metropolitana, presentando un brand coeso, soprattutto in settori trascurati come quello turistico-culturale, che presenta enormi potenzialità, in larga parte inesplorate ed è fonte di certo sviluppo per imprenditori e lavoratori.

3/ Il Made in Bologna è di chi il territorio lo conosce, lo vive, lo nutre. Dunque, l’attenzione alla piccola e media impresa, anche nel settore agricolo, è fondamentale.

Start-up e attrazione insediativa

DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO (6)

IL NOSTRO MEGAFONO ATTO IX
START UP E ATTRAZIONE INSEDIATIVA

1/ Il problema del ricambio generazionale dipende fondamentalmente dal non aver dato quel valore fondamentale all’impresa e all’economia bolognese, sempre estremamente penalizzato da scelte economiche che hanno ostacolato, specialmente negli ultimi anni, la crescita del mondo del lavoro.

2/ Purtroppo anche imprese storiche, con un patrimonio di conoscenze importante, non hanno trovato a volte la continuità. Ostacolare e penalizzare l’impresa in particolare a livello burocratico e fiscale porta disinteresse al passaggio generazionale, in quanto i giovani hanno un approccio alle realtà imprenditoriali diverso da quello dei loro genitori.

3/ La “start up” c’è dall’alba dei tempi: tutte le imprese del nostro territorio, nascono da “botteghe”, che poi diventano delle eccellenze che si sono contraddistinte a livello mondiale.

4/ Coerentemente con ciò, l’attrazione per il territorio nasce dalla costruzione graduale e costante di una realtà, sia in ambito di studio, ma soprattutto lavorativo. Alimentare questo percorso ha sul lungo termine effetti estremamente positivi, che permettono di innescare il circolo virtuoso della produttività.

5/ Questo sostegno parte sicuramente in larga parte dal vedere concretezza in un percorso, come lo è appunto l’ottenimento di proprietà immobiliari.

Rilancio della manifattura

DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO (4)

IL NOSTRO MEGAFONO – ATTO VIII
PER UN RILANCIO DELLA MANIFATTURA

1/ La città metropolitana deve aprirsi a nuove forme d’impresa più rispondenti alle esigenze del territorio.

2/ Una riqualificazione dei contenitori dismessi, un maggior rapporto fra impresa e mondo non solo dell’Università, ma anche delle scuole professionali.

3/ Se si intende fare scuola d’impresa non si devono inserire nel mondo del lavoro solo degli ingegneri, ma anche dei buoni e qualificati professionisti, con le capacità reali e specifiche per inserirsi nel contesto lavorativo.

4/ Purtroppo oggi l’impresa si trova spesso di fronte a giovani che non hanno debite e specifiche conoscenze per inserirsi nel mondo dell’impresa. Viene a mancare quella forma di apprendistato che agevolava notevolmente l’inserimento dei giovani nel lavoro.

5/ La manifattura potrebbe rappresentare un punto importante per realizzare un polo di scuola d’impresa. Questo permetterebbe a tanti giovani di poter costruire un futuro sul lavoro, senza essere costretti ad abbandonare il Paese.

Bologna città metropolitana

bologna città metropolitana

BOLOGNA A 360° 

SE CRESCE L’IMPRESA CRESCE BOLOGNA

22 Associazioni economiche di Bologna hanno elaborato questo importantissimo documento per lo sviluppo economico della città. Ho ritenuto di rispondere punto per punto perché, considerato anche il mio background imprenditoriale, il lavoro e lo sviluppo dell’impresa è una assoluta priorità della lista civica G.O.L. Da oggi pubblicheremo le nostre osservazioni, commenti, idee e proposte sono più che ben accetti.

BOLOGNA AREA METROPOLITANA

1/ Il concetto di area metropolitana è una realtà importante per la crescita del nostro territorio, ma questa non deve essere considerata limitatamente all’erogazione di servizi, ma anche nell’ottica di politiche per uno snellimento della burocrazia, in funzione di una semplificazione che privilegi anche il mondo dell’impresa.

2/ L’area vasta deve essere da stimolo per la crescita coordinata delle imprese.

3/ Occorrono quindi centri di coordinamento per le attività che permettano di creare poli in cui fare rete, sia dal punto degli acquisti/vendite, sia per la ricerca e lo sviluppo.

4/ Per quanto riguarda i servizi alla persona, la città Metropolitana deve fungere anche da centro di raccolta delle necessità dei territori e parallelamente, da erogatrice di bandi indirizzati ai privati, che vedranno così aumentata la loro mole di lavoro.

Bologna capitale della cultura

ATTO VI

1| Come ammise Alberto Ronchi alcuni mesi fa, da assessore alla Cultura del Comune, «Bologna non ha mai coltivato il turismo culturale, né promosso il suo patrimonio. L’attenzione è ancora sulle fiere, l’industria, l’evento. Abbiamo dato per scontato che questa sia una città di passaggio». È quindi naturale che Bologna non sia percepita come una città d’arte nonostante i più di 50 musei (di cui molti di portata internazionale), le decine di chiese ricchissime di opere d’arte, i palazzi affrescati, i monumenti e il centro storico tutto, con i suoi 40 chilometri di portici, candidato a sito UNESCO. Eppure l’immagine della città è sfocata e priva d’identità.

2| In una città come Bologna, non considerare la cultura come una risorsa turistica (e quindi un’entrata economica), significa buttare all’aria un’enorme opportunità di entrate, visibilità e benessere: è un tagliarsi le ali. La riqualificazione del centro storico passa anche per questo, dato che il turismo porta fermento e vantaggi economici, dalle maggiori entrate per i commercianti fino alla rivalutazione degli immobili dei residenti.

3| Naturalmente, bisogna fare i conti con la realtà, ma i punti in cui operare ci sono. Seguendo le parole di Fabio Roversi Monaco, Presidente di Genus Bononiae: «Subiamo la concorrenza insuperabile di Venezia, Firenze, Roma. Lo sforzo fatto finora dalla città non è sufficiente perché almeno una parte del flusso turistico si fermi qui. Il nostro è però un turismo colto, di qualità e sta crescendo. Credo che Bologna abbia ripreso un suo ruolo: l’Università, l’apparato museale, un insieme di centri di ricerca». Se da un lato sono presenti altri poli d’interesse, dall’altro l’impegno nel promuovere dovrebbe essere maggiore, non solo per un astratto bisogno di cultura, ma soprattutto per una concreta opportunità economica.

4| Inoltre, esistono un’enormità di aspetti minori, ma non per questo superflui, che il maggior investimento sul turismo culturale porterebbe con sé: interesse dall’estero, rivalutazione dell’Università e degli Istituti ad essa connessi, maggiori posti di lavoro specializzati e non, maggiore investimento dal parte del Ministero, solo per nominarne alcuni.

5| Dunque, il discorso non è un autoreferenziale elogio della cultura (come qualcuno ci ha abituato a sentire), ma una proposta concreta e tangibile per migliorare la qualità della vita di noi Cittadini, e di questa nostra meravigliosa Città.