1| Esistono due tipi di tributi: le tasse e le imposte.
Le prime dovrebbero essere limitate al rimborso del costo di un ben definito servizio pubblico.
Le seconde, un prelievo generico a cui l’amministrazione pubblica può attingere per scopi qualunque avendo come unico limite il “fondo del barile”.
2| Va da se che sia auspicabile: una politica fiscale tesa alla riduzione delle imposte in favore di tasse, dal valore rigorosamente sorvegliato ed annualmente aggiornato e confrontato con altre realtà comunali.
3| Il primo compito delle istituzioni pubbliche è la difesa dei diritti individuali. Con quale criterio, allora, possono le istituzioni mettere in pericolo l’incolumità dei cittadini, sottoponendo ad imposte dei redditi inferiori alle necessità di sopravvivenza e salute? Con che logica dal calcolo dell’imponibile non possono essere dedotte le spese di salute? Di tutti coloro che dipendono da quel reddito? Nonché le spese per il mantenimento dei figli, il cui valore è magari stato imposto da un tribunale?
4| Purtroppo, un Comune non può modificare le inique leggi tributarie delle finanziarie.
Ma ecco cosa si può fare a livello comunale:
– rivalutare gli ISEE secondo criteri che deducano realmente tutte le spese necessarie alla sopravvivenza ed alla salute del contribuente e di tutti coloro che dipendono dal suo reddito.
– contestare nelle sedi opportune l’iniquità dell’attuale sistema di valutazione dell’imponibile, che differisce infatti da quello dei paesi civili.