L’amministrazione del capoluogo, responsabile delle sedi delle maggiori strutture regionali per la protezione del cittadino dai reati, dovrebbe utilizzare le proprie responsabilità e competenze per indirizzare e supportare l’azione di magistratura e forze dell’ordine ai fini della repressione dei reati, che una politica accecata dalla demagogia ha privato della funzione deterrente della pena giudiziaria.
Punti programmatici:
- Istituzione di un assessorato “giustizia e sicurezza”, perché le due cose sono inscindibili.
- Indirizzo delle forze dell’ordine e della procura verso la repressione dei reati contro la proprietà;
- Pressione sulla magistratura per il recupero del valore deterrente della pena. E per quanto possibile, di quello risarcitorio (in collaborazione con gli istituti penitenziari);
- Dotazione alla Polizia Municipale dei mezzi logistici ed organizzativi per gli arresti ed i fermi.
- Dotazione alla Polizia Municipale dei mezzi logistici ed organizzativi per il monitoraggio del territorio, con responsabilizzazione per area.
- Collaborazione con il Tribunale, sia Penale che Civile, per la condivisione straordinaria di personale impiegatizio.
- Condivisione e monitoraggio continuo con Tribunali, Questura e Penitenziario degli aspetti logistici (di competenza del Comune) e delle attività prioritarie.
- Eliminazione dello scandalo delle notifiche per compiuta giacenza. Come una volta, e come nei paesi civili, la polizia giudiziaria deve notificare personalmente gli atti. Se impossibile, significa che la residenza non è quella, od è ignota.
- Totale modifica del sistema di valorizzazione (giustizia) e di pagamento delle contravvenzioni (facilità).